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Due lustri fa

Ad Agosto 2012 abbandonavo Genova per trasferirmi definitivamente a Milano.

Benchè il cambio di vita in se non fu a livelli “Ragazzo di campagna”, anche perchè Milano è sempre stata la mia seconda città fin da piccolo, lo fu quello professionale.

Milano 2012

Nuovi quartieri, nuovi contatti, nuove abitudini, amici. Infinite opzioni per ristoranti e locali, il caldo torrido estivo nella giungla d’asfalto meneghina, il non dovere utilizzare l’auto in città.

Milao era una città dinamica ed abbastanza sicura (meno di adesso diciamo) a quel tempo. Erano gli esordi del milanese imbruttito ed ancora lo switch totale tra il mondo desktop e quello mobile non era completato. Questo implica che la figura di quello che viene definito influencer non era ancora cosi comune.

Palestra

Trovai la Yamato Milano dopo alcune ricerche in vari quartieri della citta’.

Era un ambiente molto diverso rispetto a quello genovese, per tradizioni e tipo di allenamento, piü teorico e meno agonistico, cosa che invecchiando giunse opportuna.

Ho avuto la fortuna di conoscere personaggi fenomenali come Alan (Sergio) Altieri e con alcuni di essi ho naturalmente mantenuto i contatti.

Lavoro

Da punto di vista professionale mi sembrò di fare un passo di dieci anni nel futuro: lasciai la consulenza (diciamo le parole giuste: il body rental) in Siemens per approdare in una realtà semi-startuppara, con un pizzico di gestione famigliare.

Ricordo a fine estate la adozione di un sistema di ticketing abbastanza nuovo, una cosa che si chiamava Jira… Rispetto a quello che avevo visto in passato e per come si integrava bene con lo sviluppo agile (Scrum, Kanban etc etc) il salto era grande. La feature piu’ interessante era il fatto di poter personalizzare il flusso di lavoro per singolo progetto ed avere delle board virtuali al posto di infiniti post-it su di una lavagna al muro.

La possibilità di sperimentare, di utilizzare tecnologie e linguaggi diversi. Lavorare con gente di tutta Italia, trasferitasi come me per un futuro alternativo. Non solo gente meno refiosa diciamo, in generale con mentalita’ meno chiusa.

Dopo alcuni anni in startup e web agency decisi di tornare alla consulenza per un progetto ed un team interessante in Accenture. Il team era composto da due persone all’inizio.

Incomincio’ per me quello che alcuni ex colleghi definiscono il “Vietnam professionale” : straordinari senza fine, tempi ristrettissimi per i rilasci, maree di linee di codice scritto male e non controllato, applicativi non testati. Bachi, incidents, escalation ad alto livello.

Furono momenti intensi e stancanti, ma dopo circa un anno ebbi di nuovo un team da gestire in Italia e nelle Filippine, incrementai considerevolmente il bagaglio tecnico ma anche quello gestionale. Gli strumenti e le infrastrutture possono anche cambiare negli anni, ma i processi rimangono gli stessi.

Con il senno di poi rifarei tutto, tanto e’ vero che dopo essere stato a Malta, Milano mi riaccolse molto bene. La ritengo ancora l’unica citta’ in Italia dove si possa lavorare e vivere decentemente.

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